Gli agricoltori hanno bisogno di acqua altrimenti non si mangia. I produttori delle colture ortive di Favara, Villaggio Mosè e Palma di Montechiaro sono sul piede di guerra. Il motivo dipende dal fatto che oltre all’assenza delle piogge, stanno soffrendo anche la beffa di una presunta mancata autorizzazione al consorzio di Bonifica Ag3 che permette di irrigare le zone suddette con l’acqua della Diga Furore provenienti della Diga San Giovanni.
Cosa è successo nello specifico? Nella giornata di ieri, gli agricoltori interessati alla vicenda, certi che sarebbe arrivata l’acqua negli impianti irrigui per irrigare le loro terre, una volta giunti posto, non hanno potuto irrigare le loro terre. L’acqua è presente nella Diga Furore che, a sua volta, è alimentata da quella della Diga San Giovanni ma gli agricoltori non l’hanno potuta usare.
Quale è il motivo per il quale si è verificato il fatto? A quanto pare, da alcuni giorni, oltre a quella di ieri, si sono verificate altre situazioni analoghe. Gli agricoltori manifestano una forte preoccupazione su una circa eventuale interruzione della fornitura idrica ad uso irriguo, dovuto al continuo trasferimento di ingenti volumi idrici dalla Diga San Giovanni alla Diga Furore, attraverso l’apertura della galleria di derivazione. Dato il periodo di emergenza idrica, si pone il problema che ulteriori interruzioni possano compromettere le produzioni agricole, gravando sul punto di vista economico.
Gli agricoltori hanno bisogno di acqua altrimenti non si mangia. Dopo diversi incontri con gli agricoltori, il Sindaco Vincenzo Corbo, apprese le varie segnalazioni, ha emesso una comunicazione inviata al Presidente della Regione, al Prefetto di Agrigento, al Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti (Servizio 3 -Dighe), All’autorità del Bacino del Distretto Idrologico della Sicilia e ai sindaci dei comuni di Naro, Camastra, Castrofilippo, Racalmuto, Grotte, Campobello e Ravanusa in cui chiede di bloccare il trasferimento di acqua dalla Diga San Giovanni alla Diga Furore. Inoltre, nella comunicazione si richiede la convocazione immediata di un tavolo tecnico per evitare e scongiurare eventuali danni all’agricoltura e non solo, del nostro territorio.