Maxi inchiesta “Ianus”, indagato anche Giuseppe Alaimo. Il vice presidente del consiglio comunale di Canicattì, si è autosospeso. Dalle indagini, la Dda, gli contesta di aver acquistato cocaina da un esponente del clan di Gela. Il suo legale, l’Avvocato Giacinto Paci, comunica che il suo assistito è pronto a dare tutti i chiarimenti se verranno chiesti.
Vediamo di ricostruire i fatti. Nell’operazione antimafia svolta dalla Polizia di Stato svolta nella mattinata di ieri, sono state eseguite 55 misure cautelari. L’ordinanza, emessa dal gip di Caltanissetta, su direzione della Direzione Distrettuale Antimafia, ha disarticolato i clan di Gela e Caltanissetta. Gli indagati, a vario titolo, sono accusati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione e traffico di stupefacenti. L’indagine, ha accertato i legami con gli ambienti malavitosi della provincia di Agrigento dove sono state eseguite 12 misure cautelari. Tra gli indagati, risulta esservi anche il 29enne Giuseppe Alaimo, vice presidente del Consiglio Comunale di Canicattì, eletto come presidente provinciale della Democrazia Cristiana.
Cosa hanno contestato ad Alaimo? Risulta indagato per traffico e detenzione illecita di sostanze stuopefacenti, con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa. I fatti contestati risalgono al 2019 periodo in cui, in una intercettazione del maggio dello stesso anno, il vice presidente del Consiglio, è accusato di aver acquistato un certo quantitativo di cocaina al fine di farne cessione a terzi.
Maxi inchiesta “Ianus”, indagato anche Giuseppe Alaimo. Il legale di Alaimo, l’Avvocato Giacino Paci, comunica che – il suo assistito, manifestando con stupore, asserisce di non aver ricevuto nulla e non conosce la portata delle accuse. Dopo che avrà preso visione degli atti, sarà disponibile a dare il suo contributo per accertare la verità e chiarire la sua posizione. In via cautelare, il vice presidente del Consiglio Comunale di Canicattì, si è autosospeso dagli organi di partito.